LETTERA APERTA AL MINISTRO ERIKA STEFANI
Buongiorno Ministro
siamo un gruppo di persone, organizzatesi in un gruppo chiamato Uguali
Sempre, che vogliono assicurare rispetto e difesa per i diritti dei disabili. Per
ottenere davvero un rispetto concreto, prima di tutto, è necessario comprendere
cosa significa essere disabili, comprendere il dolore che patiscono queste
persone, un dolore che si misura con la sofferenza provocata dalla malattia o
dalle menomazioni, dolore che diventa angoscia quando ci si deve scontrare con
il mondo dei sani che troppo spesso è incapace di comprendere chi sano non è ,
dimostrando di essere affetto da una inabilità ancora peggiore. La mancanza di
empatia dei cosiddetti sani è sicuramente la tara pesante per questa società, pronta a deridere o a
umiliare chi è fragile o debole o malato, una società troppo vittima ed
asservita all’apparire per comprendere e proteggere chi soffre.
Per gli invalidi bisognerebbe fare molto: occorre rivedere le modalità di
accertamento, ad esempio, ed anche
abbassare le percentuali di invalidità per le quali è possibile ottenere un
assegno dallo Stato. Agli invalidi bisogna assicurare un mondo affettivo, l’unico
in grado di portare sollievo a chi soffre, e quindi tutelare in modo proprio ed
efficace il lavoro di chi, nella famiglia, si occupa di loro. Perché la vera
integrazione inizia nella famiglia e si compie tramite la famiglia. Dunque
dovremmo parlare di tanto, tante necessità che si complicano sempre più a causa
di una mentalità che li tiene al bando,
li relega all’ultimo scalino della scala sociale, perché chi non è in grado di
lavorare non conta nulla nella società della produzione e del consumo. Questa,
illustre Ministro, non è civiltà, ma solo aristocrazia dei fortunati, il cui
unico merito è quello di non aver mai incontrato la malasorte lungo la strada e
che questa fortuna difendono strenuamente anche a scapito dei generosi, dello
slancio del cuore, dell’impegno umano. Il nostro gruppo, Ministro, presente nei
social ed in crescita costante, si è chiamato Uguali Sempre proprio per questo.
In questa occasione, Ministro, vogliamo sottoporre alla sua attenzione la
nostra petizione, già presentata al Senato ed assegnata alla XI Commissione con
il numero 726, con la quale chiediamo che venga riconosciuto un reddito decoroso
a tutti i disabili a partire dal 74 per cento fino al 100 per cento per un
importo non inferiore a 15 mila euro all’anno. Ed abbiamo chiesto che il medesimo assegno venga riconosciuto anche
alle altre categorie beneficiarie dell’art.38 legge 488/2001 perché la
vecchiaia è essa stessa una malattia e con decorso sempre funesto.
La famosa sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 2020 ha ritenuto
che l’importo di 285 euro al mese non sia adeguato alle esigenze di
sopravvivenza degli inabili al lavoro, estendendo la previsione dell’art. 38
della legge citata a tutti gli invalidi totali a partire dalla maggiore età. L’Inps
ha ridimensionato in modo drastico con una interpretazione della norma ormai
consolidata ma che comunque non ci convince, e i percettori dell’aumento sono
stati molto pochi.
Oltre molti invalidi totali ,
rimangono esclusi tutti gli invalidi percettori dell’assegno di 287 euro
mensili, ossia gli invalidi dal 74 per cento in poi. Ora, Ministro, mi dica è
mai possibile nella nostra bella Italia vivere con 287 euro al mese? Per
chiunque intendo. E può mai farlo un invalido totale? o un invalido con una
salute ormai così gravemente compromessa da rimanerne un residuo così limitato?
Provi a pensarci, Ministro, cosa si compra oggi con 287 euro al mese? Lei
potrebbe vivere? potrebbe pagare l’affitto, le bollette, le medicine, e
mangiare con 287 euro al mese? Non credo ci sia qualcuno in Italia che sia in
grado di riuscirci. In quanto alle
famose 650 euro al mese che vengono riconosciute dall’Inps in modo che
l’invalido non incassi mai più di 8469,63 euro l’anno: in che modo queste
benedette 650 euro al mese tranquillizzano un invalido totale senza altri beni
di fortuna, che ha bisogno di medicine e di interventi medici, molti dei quali
comunque a pagamento per un miliardo di ragioni che qui non stiamo ad elencare?
Eppure questi invalidi sono una ricchezza per una Nazione civile, lo sono non
perché producono sedie o producono scarpe, o lavorano in un negozio. Questi
invalidi, come gli anziani, sono una ricchezza perché sono esseri umani che con
la loro vita regalano a tutti qualcosa che vale molto più del PIL, regalano
esperienze uniche, impegno, capacità di comprendere il nostro mondo, saggezza, intelligenza.
Questi invalidi e questi anziani regalano a questa Nazione civiltà e democrazia reale, che sono anche moltiplicatori
economici, ma sono soprattutto umanità.
Ancora una considerazione, Ministro. Un corpo è sano se tutti le sue
membra sono sane.Se dimentichiamo uno solo dei suoi componenti e li danneggiamo
con disprezzo, tutto il corpo è già gravemente ammalato. Noi amiamo questa
Italia e la vogliamo sana e forte e civile.
Vorremmo poterLa incontrare al più presto per illustrare meglio la nostra
petizione
Grazie per la disponibilità che vorrà accordarci.
Uguali Sempre
avv. Isabella Cusanno