L’elemento in grado di misurare la qualità o addirittura l’esistenza
di un corretto sistema democratico in
una nazione è dato dal modo con cui lo Stato e gli enti che ne sono emanazione si
comportano con i cittadini.
Quando lo Stato scarica le proprie colpe sui singoli
cittadini, sappiamo con assoluta certezza che la struttura democratica si è sfaldato
e quello che ci governa è un sistema profondamente in crisi che progressivamente
cerca di confermare con una falsa autorevolezza la propria incapacità a
governare con trasparenza. Siamo ad un passo dal precipizio autoritario
Quando lo Stato colpevolizza i cittadini, sappiamo con
assoluta certezza che il sistema che ci
governa è gravemente minato dalla incapacità ad affrontare il quotidiano ed i propri
compiti e mostra i denti per reprimere subdolamente le legittime necessità che
non riesce a soddisfare con la semplice e corretta legalità
E questo vale anche per gli enti che sono sua emanazione.
Quando l’INPS, ad esempio, nega il riconoscimento delle
invalidità ai propri assistiti, che poi
le ottengono in Tribunale, e per
giustificare la propria indisponibilità a prendere in considerazione quelle che
sono le legittime richieste di persone in difficoltà, mostra in modo esplicito e
tragico quello spaccato di incapacità a gestire le proprie finalità tipico di un sistema che sta dichiarando il
proprio fallimento
E quando l’Inps accusa
i propri assistiti di frode, considerandoli tutti indistintamente colpevoli di
un qualcosa che qualcuno avrà pure commesso ma sempre con il consenso dei
propri organi preposti al controllo, scivola con velocità progressiva in quella
deriva di autoritarismo da burletta che nasce dalla incapacità di affrontare i
propri compiti con quel decoro che nasce dalla trasparenza e dal buon andamento della
Pubblica Amministrazione.
Lo Stato italiano ogni giorno di più mostra di non essere più
in grado di gestire i propri compiti e soprattutto di non essere più in grado di
farlo senza abusare della propria
autorità . Utilizza sistemi di pressione
sociale generata dal discredito che
lancia attraverso campagne stampa, attraverso l’applicazione impropria della
legge, l’ implicita o esplicita intimidazione nella formulazione dei suoi comandi
di governo o di gestione.
Il cittadino trasformato in capro espiatorio, non
più soggetto delle attenzione del governo, diviene oggetto di insulti e di minacce sociali
E dunque l’invalido che chiede assistenza è, nell’ottica di
uno stato che nasconde nell’insulto e nella deriva autoritaria la propria
incapacità e incompetenza, è invece colui che vuole frodare ben 292 euro al
mese rinunciando ad una vita completa sia a livello sociale che lavorativo
Le invalidità vengono rifiutate, e il tribunale puntualmente
le conferma. I costi per lo Stato? Raddoppiati. Le difficoltà per chi ha bisogno
di aiuto? Triplicate. E questa è una delle tante espressioni dell’assurda
incapacità dello stato che fallita la sua missione, affronta la realtà digrignando
i denti e tentando di imporre uno stile di vita commisurata alla sua
indifferenza per i problemi di chi è in difficoltà . Questa tipologia di Stato si
configura nel connubio tra lo Stato assolutista di Luigi XVI ad un passo dalla ghigliottina,
e il condizionamento sociale di epoca sovietica che si semplifica nell’assioma
: “ se ti alzi prima del 10 del mattino vuol dire che non sei felice, se non
sei felice allora sei un degenerato delinquente oppositore ”
Rimaniamo nel campo dell’invalidità: chi è in difficoltà, ha
bisogno di aiuti concreti che assicurino la propria dignità di vita. Abbiamo
scoperto che i prossimi mesi o anni saranno caratterizzati dalla sempre più marcata
assenza dei microchip, complice la gravissima tensione tra mondo occidentale e mondo orientale, o, con maggiore precisione
tra le nazioni che praticavano il colonialismo e le nazioni che lo hanno subito.
Questo situazione era ben conosciuta dal governo già agli inizi dell’epoca
pandemica, ma questo non lo ha fermato
dal buttare al vento centinaia di milioni di euro per la carta delle disabilità
. Quei soldi ,dati agli invalidi invece che sperperati, sarebbero stati davvero
utili all’inclusione sociale delle persone in difficoltà
Ma questa è una considerazione che al nostro Stato, nato dall’incrocio
tra le torri d’avorio dell’aristocrazia dell’assolutismo e la solidale e proletaria
giovialità dell’oppressione sovietica, non riesce ad essere comprensibile.
Chissà perché
Uguali Sempre
Avv. Isabella Cusanno