Al Presidente
del Senato della Repubblica
Petizione ai
sensi dell’art. 50 della Costituzione
Per la
promulgazione di una legge che assicuri dignità e qualità di vita agli invalidi
Noi sottoscritti invalidi
civili cittadini italiani
Premesso che
a) L’art.13 della legge n.118/1971 così prevede:
“13. (Assegno mensile). - 1. Agli invalidi
civili di età compresa fra il diciottesimo e il
sessantaquattresimo anno nei cui confronti sia accertata una riduzione della
capacità lavorativa, nella misura pari o superiore al 74 per cento, che non
svolgono attività lavorativa e per il tempo in cui tale condizione sussiste, è
concesso, a carico dello Stato ed erogato dall'INPS, un assegno mensile di euro
242,84 per tredici mensilità, con le stesse condizioni e modalità previste per
l'assegnazione della pensione di cui all'articolo 12.”
b) La norma con i decreto rilancio ( l.
77/2020) e con il cosiddetto decreto agosto attribuisce agli invalidi civili
totali la somma di euro 651 ( 516 ) ma
solo a seguito di adeguamento alla
sentenza della Corte Costituzionale n.152/2020 che ha dichiarato, nei sensi e nel termine di cui in
motivazione, l’illegittimità costituzionale dell’art. 38, comma 4, della legge
28 dicembre 2001, n. 448, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002)», nella parte in cui,
con riferimento agli invalidi civili totali, dispone che i benefici
incrementativi di cui al comma 1 sono concessi «ai soggetti di età pari o
superiore a sessanta anni» anziché «ai soggetti di età superiore a diciotto
anni»;
c) Per gli invalidi civili con percentuali
tra il 74 ed il 99 per cento, la
possibilità di trovare lavoro è pressocchè nulla : sia per la ridotta capacità
lavorativa ancor più limitata, a secondo delle patologie, allo svolgimento di
mansioni specifiche da svolgersi solo in condizioni ben definite dalle
prescrizioni mediche, sia per la crisi che attanaglia il mercato del lavoro
ormai da molto tempo e che non vedrà soluzioni né a breve e neppure nel medio
periodo.
d) Per gli invalidi civili totali le
somme di cui alle citate norme, nonostante l’incremento ad opera della citate
sentenza della Corte Costituzionale , sono da ritenersi ridicole per qualunque
cittadino italiano, in particolare per soggetti che hanno esigenze mediche e
personali che incidono pesantemente sulle proprie condizioni economiche. Le
somme come attualmente riconosciute, sono inidonee a garantire qualità e decoro
e neppure il semplice mantenimento. Nelle condizioni economiche attuali nessun
cittadino italiano può mantenersi con 651 euro al mese tantomeno con 286, 81 euro
al mese tanto meno persone così crudamente colpite nel fisico
e) La citata sentenza della Corte Costituzionale
specifica nella sentenza n.152/2020 con riferimento agli inabili al lavoro che:
“L’importo
mensile della pensione di inabilità, di attuali euro 286,81, è innegabilmente,
e manifestamente, insufficiente ad assicurare agli interessati il “minimo vitale”
e non rispetta, dunque, il limite invalicabile del nucleo essenziale e
indefettibile del «diritto al mantenimento», garantito ad «ogni cittadino
inabile al lavoro» dall’art. 38, primo comma, Cost”. Ma neppure l’incremento
previsto può assicurare decoro e qualità della vita a cittadini italiani già
tanto provati dalla sorte.
f) Inflazione, incremento del costo
della vita, perdita del potere di acquisto, confermano che gli importi previsti
dalle norme citate e comunque previsti in forza di legislazioni vecchie di
almeno vent’anni, o addirittura di
cinquanta anni, sono assolutamente inidonee a raggiungere il traguardo indicato
dalla Corte Costituzionale, la quale può solo, nei limiti della legislazione
esistente, valutarne la rispondenza alle previsioni costituzionali ed ,in linea
di principio, indicare le mete da raggiungere per assicurare l’effettività dei
diritti fondamentali
g) Importi come quelli indicati,
considerando il costo della vita in Italia, sono addirittura inferiori e di
molto, sia nell’importo effettivo che nel loro ridotto potere di acquisto, a
quanto viene riconosciuto in Stati in cui la povertà è purtroppo consolidata (
Belarus ad esempio)
h) L’art. 38 della Costituzione della
Repubblica Italiana statuisce i diritti degli inabili al lavoro: “ Ogni cittadino
inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al
mantenimento e all'assistenza sociale.”
E’ evidente, però, che i soggetti invalidi con percentuali inferiori al cento per cento e che quindi, secondo i medici,
mantengono una sia pur scarsa capacità lavorativa, capacità che spesso è solo
nelle buone intenzioni delle Commissioni Inps, sono nella impossibilità
assoluta di mantenersi per impossibilità nei fatti ad accedere al mercato del
lavoro, nonostante l’obbligo di assunzione previsto dalla norma,per impossibilità fisica di assumersi il peso di
un rapporto di lavoro costante, per la crisi in cui versa il mondo del lavoro
diventata ormai cronica e peggiorata negli ultimi tempi. Ma soprattutto sono
impossibilitati a mantenersi per l’inadeguatezza di tutte le norme vigenti ad
assicurare loro il sostegno necessario
Pertanto
Noi sottoscritti, cittadini italiani, chiediamo ai sensi
dell’art.50 della Costituzione Italiana che il Parlamento si faccia carico
delle esigenze degli invalidi civili ed intervenga legislativamente per
1) adeguare la pensione di cui
all’art.38 legge 448/2001 all’importo di 15 mila euro all’anno tredicesima
compresa
2) estendere la pensione di cui all’art.
38, oltre che a tutti i soggetti ivi indicati, a tutti gli invalidi civili a
cui sia stata riconosciuta una invalidità pari o superiore al 74 per cento
3) rivalutare i limiti di reddito
portandoli a 15 mila euro l’anno per il soggetto non coniugato ed ad 15 mila
euro a cui aggiungere l’importo dell’assegno sociale per il caso di cumulo con
il coniuge con conseguente riduzione dell’assegno/ pensione come indicato dal
citato articolo 38 nella dizione attuale
4) prevedere la cessazione del pagamento
dell’assegno/ pensione al soggetto che venga assunto o alla riduzione
dell’assegno se il reddito determinato dalla nuova assunzione non supera il
tetto dei 15 mila / 30 mila euro l’anno
5) prevedere la cessazione del pagamento
dell’assegno / pensione al soggetto le cui condizioni di salute migliorino e si
riducano al disotto del 74 per cento
La petizione
viene presentata ai sensi dell’art.50 della Costituzione
Con osservanza
( petizione realizzata e redatta da avv, Isabella Cusanno)
Non si può andare avanti con 300€
RispondiEliminaStiamo facendo la fame
RispondiEliminaCome possiamo andare avanti così con una miseria nn sì può
RispondiEliminaVogliamo una vita dignitosa.
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa.
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa
RispondiEliminaNn sì può andare avanti così, vogliamo una pensioni dignitosa.
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa e reddito dignitoso.
RispondiEliminaVogliamo un reddito dignitoso
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa e decorosa
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa xchè non si può andare avanti così.
RispondiEliminaVogliamo una pensioni dignitosa e reddito dignitoso
RispondiEliminaVogliamo una pensione dignitoso e reddito dignitoso
RispondiElimina